La ceramica diventa superficie

L’innovazione e la tecnologia sono due aspetti che qui in Emilia hanno fatto la storia di grandi distretti industriali fatti da aziende all’avanguardia con una forte dedizione alla ricerca e allo sviluppo di nuove metodologie produttive, nuovi materiali e nuovi prodotti da presentare sul mercato internazionale.

Sono molteplici i settori in cui il fare imprenditoriale emiliano ha saputo farsi strada e creare con sapienza e lungimiranza un ruolo da protagonista nello scenario mondiale. Uno dei campi industriali più in movimento in questi ultimi anni è sicuramente il comparto dedicato alla produzione di lastre e piastrelle in ceramica tecnica e grés porcellanato. Un distretto con una storia molto importante alle sue spalle e che oggi si concentra maggiormente nella Provincia di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara.

Foto storica del 1965 che ritrae la decoratrice della ceramica Marazzi

C’è un aspetto molto interessante che vorremo raccontarvi ed è quello legato alle nuove forme che sta prendendo la ceramica in architettura, nell’interior design e nel design industriale e che sta portando ad una evoluzione del comparto. Grazie a tecnologie produttive sempre più all’avanguardia e agli investimenti in ricerca che le nostre aziende emiliane stanno approntando, da alcuni anni non si parla più solo di piastrelle, ma di vere e proprie superfici ceramiche. A questo proposito abbiamo voluto interpellare un esperto del settore, che da 20 anni opera sul mercato internazionale a stretto contatto con gli studi di progettazione e design di tutto il mondo: Flavio Spataro.

“Il mio arrivo da Milano qui in Emilia, nel distretto ceramico di Sassuolo risale a metà degli anni 90, quando ancora il termine ceramica, identificava esclusivamente “la piastrella”. A distanza di quasi 20 anni, quel mondo fatto di monocottura e bicottura ha lasciato il passo a materiali tecnici a tutta massa, altamente performanti come il grés porcellanato, che oggi vengono utilizzati non solo in architettura, ma anche nell’arredamento e nel design industriale. Le grandi lastre ceramiche sono un esempio di come il modo di concepire il materiale sia cambiato. Oggi si producono lastre in ceramica tecnica di 1000×3000 mm, 1500×3000 mm e 1600×3200 mm in soli 3mm, 6 mm, 10 mm fino ad un massimo di 20 mm di spessore. Non parliamo più quindi di piastrelle, ma di vere e proprie grandi superfici ceramiche realizzate con impianti unici al mondo per innovazione e tecnologia.

Questa trasformazione ha fatto sì che tutti quegli ambiti di applicazione fino a quel momento inesplorati siano divenuti accessibili, come il settore dell’arredamento e del design industriale. La peculiarità di questi nuovi materiali sta nel coniugare perfettamente il valore estetico, al valore prestazionale e funzionale. Peculiarità familiari per la ceramica tecnica da diversi decenni ma estremamente innovative rispetto ad altri materiali solitamente utilizzati. Ci sono infatti tecnologie capaci di riprodurre in modo fedele legni, marmi, pietre naturali, cementi e resine, con il vantaggio di avere, rispetto ai materiali naturali, caratteristiche tecniche ad elevate prestazioni meccaniche. La mia esperienza sul campo a livello internazionale, mi ha portato a rivedere il ruolo “classico” della ceramica. C’è un mercato mondiale che ruota intorno all’arredamento e al design industriale che ha la necessità di trovare partner tecnologici in grado di supportarli nei cambiamenti di stile di vita. Ad esempio, oggi i produttori di top da cucina, cercano materiali funzionali ad alto valore estetico, che possano resistere ad ambienti aggressivi e non soggetti ad usura e facilmente pulibili con semplici detergenti”, ci racconta Flavio.

“I materiali ceramici si stanno profondamente trasformando. Oggi io preferisco parlare di ingegneria ceramica perché dietro al suo sviluppo c’è un punto di vista ingegneristico, soprattutto perché si sono diffuse su larga scala applicazioni per cui si richiede l’utilizzo di materiali tecnologicamente avanzati. Basti pensare ai freni a disco delle vetture super sportive e di lusso che sono realizzati con materiali ceramici caricati, questo permette una maggior performance frenante, unita ad un peso ridotto e a un bassissimo coefficiente di dilatazione termica e una migliore dispersione di calore. Questo è uno dei tanti esempi applicativi, ma la ceramica sta aprendo anche altri segmenti, come quello della stampa 3D. Negli ultimi due anni in diverse fiere europee è stata presentata una tecnologia di stampa 3D in grado di unire la fabbricazione additiva alla polvere di ceramica, aprendo possibili sviluppi d’impiego che potrebbero interessare anche i produttori di impianti del distretto ceramico emiliano dalla prototipazione alla realizzazioni di pezzi e accessori speciali fino ad oggi inimmaginabili”, conclude Flavio Spataro.

Distretto Ceramico – Foto crediti: www.ceramicland.it

L’Emilia con i suoi distretti ha creato vere e proprie eccellenze produttive, generando un know-how raggruppato su un’area ben definita costituito da un patrimonio umano e tecnologico che si fa promotore di nuove tendenze verso la conquista di mondi inesplorati.

Se siete curiosi di visitare e di conoscere più da vicino la storia e l’evoluzione della ceramica, vi consigliamo di prenotare una visita guidata a Ceramicland-Terra Maestra.

Attraverso il tour guidato potrete vedere i luoghi che hanno fatto la storia della ceramica del distretto ceramico che si estende dalla provincia di Modena a quella di Reggio Emilia. Una cultura industriale che coniuga creatività, innovazione e ingegno.

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