Le verdi stanze d’Emilia

Passeggiare tra le verdi stanze d’Emilia, giardini da scoprire, da ammirare e fotografare. Soffermarsi per goderne la bellezza, assaporarne i profumi e distinguerne i colori. Giardini rigogliosi che rispecchiano l’armonia tra l’uomo e la natura, una forma d’arte che ci riempie di gioia con la sua semplice bellezza. I giardini ci incantano e si trasformano in mondi sempre diversi con il passaggio delle stagioni.  Vogliamo dedicare questo articolo alle verdi stanze della nostra cara Emilia, dove i protagonisti sono loro, i giardini. Mondi in miniatura con le loro leggi, che hanno saputo incantare nel tempo scrittori, poeti, artisti e figure illustri. Noi sovrastati dal cielo, rimaniamo fermi immobili ad ammirare la bellezza della natura specchio di un paesaggio autentico.

Iniziamo il nostro viaggio alla scoperta di queste meravigliose opere d’arte con Il Labirinto di Franco Maria Ricci, Fontanellato, Parma.

Il Labirinto di Franco Maria Ricci, Fontanellato (PR)

C’è un luogo inedito, un giardino unico al mondo per la sua architettura a labirinto. Il più grande al mondo. Un giardino che si trova nella piccola cittadina di Fontanellato in provincia di Parma e che per la sua unicità vogliamo raccontarvi in queste pagine.

Labirinto visto dal Belvedere – Foto di Mauro Davoli

Il Labirinto, voluto da Franco Maria Ricci copre 8 ettari di terreno ed è stato realizzato interamente con piante di bambù di specie diverse. I percorsi all’interno si snodano per circa 3 chilometri. Il Labirinto di Franco Maria Ricci fa parte del progetto Grandi Giardini Italiani e de I Castelli del Ducato.
Segue un approfondimento su questa meravigliosa opera d’arte a cielo aperto.

Scorci interni del Labirinto – Foto di Massimo Listri

Perchè un Labirinto. Testo tratto da Il Labirinto di Franco Maria Ricci

“Da sempre i Labirinti mi affascinano. Insieme ai Giardini, sono tra le fantasie più antiche dell’umanità. Il Giardino, o Eden – così bello che Adamo ed Eva, freschi di creazione, continuavano a stropicciarsi gli occhi – incarna l’innocenza e la felicità; il Labirinto è, invece, una creazione del Potere e una fonte di turbamenti. Riflette la perplessa esperienza che abbiamo della realtà.  Sognai per la prima volta di costruire un Labirinto circa venti anni fa, nel periodo in cui, a più riprese, ebbi ospite, nella mia casa di campagna vicino a Parma, un amico, oltreché collaboratore importantissimo della casa editrice che avevo fondato: lo scrittore argentino Jorge Luis Borges. Il Labirinto, si sa, era da sempre uno dei suoi temi preferiti; e le traiettorie che i suoi passi esitanti di cieco disegnavano intorno a me mi facevano pensare alle incertezze di chi si muove fra biforcazioni ed enigmi.  Credo che guardandolo, e parlando con lui degli strani percorsi degli uomini, si sia formato il primo embrione del progetto che oggi le presento. Com’è noto, quando fece costruire il suo Labirinto, che era una prigione, Minosse nutriva intenzioni cupe e crudeli; io immaginai un equivalente addolcito, che fosse anche un Giardino, dove la gente potesse passeggiare, smarrendosi di tanto in tanto, ma senza pericolo. La passione per il bambù – questa pianta elegantissima, ma così poco utilizzata in Occidente, e specialmente in Italia – mi suggerì la materia prima ideale. Da allora, e soprattutto negli ultimi anni, l’impresa ha assorbito la maggior parte del mio tempo. Quando nacque, il progetto aveva un carattere abbastanza personale e capriccioso. Sulle terre che avevano nutrito, e un po’ anche arricchito, la mia famiglia, volevo lasciare una traccia di me – come il gentiluomo Vicino Orsini, che tradusse le sue fantasie solitarie nel Parco dei Mostri, a Bomarzo. Col passare del tempo quell’idea primitiva si è in gran parte trasformata. Forse è colpa dell’età, ma ormai penso al Labirinto di Bambù soprattutto come a un lascito – a un modo di restituire, a un lembo di Pianura Padana che comprende Parma, il suo contado e le città vicine, una parte almeno del molto che mi ha dato. Accanto al Labirinto sorgeranno un Museo, una Biblioteca, un Archivio, e strutture turistiche che assicureranno, tanto all’Internazionale dei Colti e dei Curiosi quanto alla gente del luogo, specialmente ai giovani, accoglienza e occasioni di svago, di informazione e di ispirazione, nel segno della Civiltà, dello stile e del comfort”.

La prima corte con il Belvedere – Foto di Mauro Davoli

Questo meraviglioso giardino faceva parte del progetto Grandi Giardini Italiani “100 Giardini per EXPO 2015”.

Informazioni Utili. Se volete visitare Il Labirinto della Masone, vi consigliamo di visitare il sito.

Sono passati quasi 5 anni da quando ho scritto questa storia. Nel frattempo ho scritto un nuovo articolo sempre sul Labirinto della Masone per il blog di Fondazione Italia Patria della Bellezza.

Un giardino come inno all’architettura del paesaggio. Una celebrazione unica nel suo genere che Franco Maria Ricci ha trasformato in una vera e propria opera d’arte a cielo aperto.

Vi lascio con questa citazione di Franco Maria Ricci.

Da sempre i Labirinti mi affascinano. Insieme ai Giardini, sono tra le fantasie più antiche dell’umanità. Il Giardino, o Eden – così bello che Adamo ed Eva, freschi di creazione, continuavano a stropicciarsi gli occhi – incarna l’innocenza e la felicità; il Labirinto è, invece, una creazione del Potere e una fonte di turbamenti. Riflette la perplessa esperienza che abbiamo della realtà. 

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